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Conferenze

  • Sabato 14 maggio 2016

Ingresso libero fino ad esaurimento posti (max 280).

Luogo: Auditorium Touschek
Pierluigi Campana
Direttore LNF

Ma con tutti i problemi che abbiamo è giusto spendere tanti soldi in ricerca? Per rispondere a questa domanda non basta citare la scoperta di una particella che non si vede ma che giustifica la massa dell'universo o un'increspatura dello spazio tempo che arriva da chissà dove. Per giustificare la ricerca abbiamo bisogno di risultati concreti e che siano utili nella vita di tutti i giorni. In questo seminario, oltre a presentare gli strumenti e le innovazioni provenienti direttamente dalla fisica delle alte energie, proveremo a fare delle semplici valutazioni economiche per capire se la ricerca è un investimento fallimentare oppure un "buon affare".

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Matteo Martini è professore associato presso l'Università degli Studi Guglielmo Marconi di Roma dove insegna Fisica Generale e Termofluidodinamica nella facoltà di ingegneria. La sua attività di ricerca è svolta tra i Laboratori di Frascati e il FermiLab di Chicago e si concentra sullo sviluppo di rivelatori di nuova concezione. E' autore di numerose pubblicazioni su riviste internazionali e si occupa da diversi anni di divulgazione della scienza a tutti i livelli.

Potrebbe cominciare così la storia dell'onda gravitazionale che è stata osservata pochi mesi fa, evento per ora unico nella storia dell'uomo. E così comincia questa conferenza. Come fanno gli scienziati ad aver captato e riconosciuto un segnale emesso così tanto tempo fa? E che cosa sappiamo dei buchi neri che scontrandosi avrebbero generato l'onda gravitazionale? E più in generale come fanno gli scienziati a studiare cose lontanissime o piccolissime? Una lezione-chiacchierata su alcuni dei grandi temi della fisica moderna per rispondere almeno un po' alla voglia di capire dei più giovani (età consigliata 10-14 anni)

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Ricercatrice presso i Laboratori Nazionali di Frascati (LNF) dell’INFN. Ha collaborato a lungo con l’esperimento KLOE ai LNF e ora collabora all’esperimento LHCb al CERN. Fa parte della redazione scientifica della rivista Asimmetrie dell’INFN. Da molti anni prova a raccontare la “scienza difficile” a curiosi e appassionati di ogni età

La teoria della gravitazione di Einstein — anche chiamata della “Relatività Generale” — nacque 100 anni fa. Il successo delle sue predizioni fu “virale” per la prima volta nel 1919 quando, durante un’eclisse, fu osservata la deflessione della luce delle stelle dovuta alla gravità del Sole. Da quell’epoca, la Relatività Generale non si è fermata nel collezionare importanti conferme sperimentali. La più eclatante conferma è venuta a Settembre 2015, resa poi pubblica nel 2016, con l’osservazione diretta delle onde gravitazionali. Questo straordinario fenomeno inaugura un altro modo di guardare il cielo. Per esempio, in un futuro prossimo potremmo avere una “foto" del buco nero nel centro della Via Lattea. Malgrado questi successi, rimangono in questo campo almeno due problemi fondamentali da risolvere.

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Fisico teorico di fama internazionale, nato a Madrid dove ha effettuato i suoi studi universitari e conseguito dottorato di ricerca in fisica. Ha lavorato in Italia (ICTP, Trieste), Francia (IHES Parigi), Stati Uniti (Università di Harvard e di Boston) e al CERN di Ginevra ricoprendo diversi ruoli di responsabilità fino ad essere nominato direttore della divisione teorica. Attualmente lavora al CERN ed all’Istituto di Fisica Teorica dell’Università Autonoma di Madrid.

Il sito divulgativo dell’INFN, ScienzaPerTutti, che conta oltre 2000 visitatori al giorno, premierà le scuole che hanno partecipato all'XI Concorso Nazionale dal titolo “Il tempo”. Tra le oltre 50 scuole partecipanti, i vincitori ed i lavori con menzione presenteranno i loro elaborati e saranno premiati dalla redazione di ScienzaPerTutti.
I lavori sono visibili al link.

Fisico sperimentale, dopo la laurea (La Sapienza, Roma) ed il dottorato di ricerca, ha sempre lavorato nella fisica nucleare e subnucleare: prima nell’applicazione delle reti neuronali nella fisica delle alte energie e poi nella struttura polarizzata dei nucleoni. Attualmente, come ricercatore senior all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, è capogruppo nell’esperimento ALICE all’LHC (CERN) occupandosi di effetti legati allo studio del Quark-Gluon Plasma, lo stato di materia dell’Universo primordiale. E’ autore di oltre 300 pubblicazioni, di numerosi corsi, seminari e relazioni a conferenze internazionali. Nel tempo libero ha due grandi passioni: il jazz, suona il pianoforte in formazioni amatoriali, e volare con il suo aeroplano Fournier.

Giulia Pancheri presenterà l’aspetto umoristico e scherzoso della personalità di Touschek, sia come ci è rivelato nei suoi famosi disegni, sia come appare dai molti aneddoti tramandati da amici e colleghi, quali l’incidente in motocicletta a Vermicino, il fattore di Bond, le sorelle Kessler e tanti altri.

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Giulia Pancheri, studiosa di particelle elementari, ha collaborato con Bruno Touschek sulla fisica di ADONE, negli anni 1966-67, prima di spostarsi per una quindicina d’anni negli USA, a Boston. Ritornata in Italia nel 1982, si è occupata di fisica di DAFNE, e, negli anni recenti, di storia della fisica e in particolare della figura di Bruno Touschek e del contributo fondamentale da lui dato alla fisica delle particelle elementari con l’ideazione della primo anello di accumulazione di materia ed antimateria, AdA. Nel 2011, a testimonianza degli importanti contributi dati assieme a Luisa Bonolis per la rivisitazione della figura di Touschek a livello internazionale, ha ricevuto il premio in Storia della Fisica della Società Italiana di Fisica. Nel 2013 ha realizzato un docu-film intitolato “Touschek con AdA a Orsay”, per celebrare il gemellaggio fra i Laboratori Nazionali di Frascati e LAL, il Laboratorio dell’Acceleratore Lineare di Orsay, dove AdA fu portata nel 1961 e dove, nel 1963, furono osservate le prime interazioni elettrone-positrone della storia degli acceleratori. Giulia Pancheri sta attualmente preparando un documentario per i Laboratori di Orsay, e l’importanza che AdA ha avuto nello sviluppo degli acceleratori di questo grande laboratorio vicino a Parigi.

Nonostante taluni ritengano ancora la Fisica una 'scienza esatta', gli inevitabile errori di misura e i 'rumori' di vario tipo fanno sì che in genere sia impossibile arrivare a conclusioni logicamente certe. Bensì, come affermava Feynman, «è scientifico soltanto dire cosa è più probabile e cosa è meno probabile». Vengono mostrati, mediante giochini, i ragionamenti probabilistici per risolvere quello che Poincaré chiamava «il problema essenziale del metodo scientifico», ovvero come valutare le «probabilità delle cause» che possono aver prodotto gli effetti osservati, mettendo in risalto il ruolo cruciale della tanto fraintesa probabilità soggettiva

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Giulio D'Agostini è fisico sperimentale delle particelle elementari. Laureatosi nel 1979, ha svolto e continua a svolgere il suo lavoro di ricerca presso i laboratori internazioni del CERN di Ginevra e del DESY di Amburgo. È stato ricercatore presso il Dipartimento di Fisica della Sapienza dal 1984 al 1992, quando viene chiamato come professore associato. Il suo lavoro di ricerca è consistito nella costruzione di rivelatori per esperimenti in grandi collaborazioni internazionali, nella gestione degli esperimenti stessi e nell'analisi dei dati risultanti. Ha anche svolto lavori di fenomenologia e analisi di altri esperimenti in collaborazione con colleghi teorici. Si è anche occupato di questioni probabilistiche sia per gli aspetti applicativi che filosofici e didattici. Nel passato ha tenuto corsi di fisica generale, di laboratorio di fisica e corsi di dottorato sia di fenomenologia delle particelle elementari che di probabilità e analisi dati. Ha inoltre collaborato con la SISS tenendo corsi riguardanti la didattica della fisica nelle scuole superiore.

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Eugenio Coccia è Professore Ordinario all’Università di Roma “Tor Vergata” e Direttore del Gran Sasso Science Institute dell’INFN. Fisico sperimentale, è riconosciuto per lo sviluppo dei rivelatori criogenici di onde gravitazionali. Ha diretto gli esperimenti Explorer al CERN e Nautilus ai Laboratori di Frascati dell’INFN ed è membro della Collaborazione Virgo. È stato Direttore dei Laboratori del Gran Sasso dell'INFN, Presidente della Società Italiana di Relatività Generale e Fisica della Gravitazione e Presidente del GWIC, il Gravitational Wave International Committee.

All'epoca della sua scomparsa 150 anni fa, Sir William Rowan Hamilton era considerato, secondo l'opinione dell'Accademia delle Scienze americane che lo aveva appena insignito, il più grande scienziato vivente. In verità, il brillante matematico aveva inseguito con entusiasmo anche il sogno di poter essere un grande poeta, ma lo stesso ideale di perfezione che vivificava le sue ricerche scientifiche, finiva per isterilire i suoi versi. Nel contesto di un intenso clima romantico che si riconosce anche nelle vicende della sua vita privata, il seminario ripercorre la vita di Hamilton che, partendo da una infanzia di ragazzo prodigio in una Irlanda colpita dalla carestia, precocemente impara le lingue antiche come greco e persiano, poi si appassiona alla poesia per aderire infine al suo genio matematico che lo vedrà portare contributi originali nel campo dell'ottica, a gettare le fondamenta dell'algebra moderna e a riformulare lo studio della meccanica classica con un approccio che si rivelerà cruciale per le ricerche di meccanica quantistica nel secolo successivo.

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Giuliano Buceti è attualmente impegnato in ricerche su scenari energetici e tecnologie per la produzione sostenibile di elettricità, come l'idrogassificazione di fossili e biomasse o la valorizzazione di residui da produzione agricola. In precedenza, è stato responsabile ENEA della ricognizione sulle competenze nucleari in ambito nazionale e ha partecipato ai lavori dell'ad hoc Expert Group del NEA/OECD sul tema. Nell'ambito delle ricerche sulla fusione, ha diretto per oltre dieci anni il laboratorio di controllo e acquisizione dati dell'esperimento FTU di Frascati e successivamente ha partecipato per tre anni alla sperimentazione del tokamak europeo JET, in Oxford (UK). Per due anni si è occupato a Bruxelles, presso il Parlamento Europeo, di politica della ricerca.

Rosetta è un satellite lanciato dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) con l'incredibile missione di "catturare" una cometa. Con immagini, video ed animazioni verranno presentati i più bei momenti di un fantastico viaggio durato 10 anni e 7 miliardi di Km attraverso il nostro sistema solare. Gli emozionanti momenti dell'uscita dalla fase di ibernazione, l'incontro con la cometa e la discesa del modulo di atterraggio Philae sulla sua superficie saranno raccontati dal punto di vista di uno dei membri del team che ha contribuito al successo del progetto.


Consigli di lettura:
www.esa.it
http://blogs.esa.int/rosetta

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Alessandro Ercolani è responsabile della sezione che progetta e sviluppa i sistemi software per il controllo dei satelliti scientifici dell'ESA. Dopo il conseguimento della laurea in Ingegneria Informatica all'università di Roma "Tor Vergata", la sua carriera lavorativa è iniziata direttamente in Germania, a Darmstadt. Dal 2000 Alessandro lavora direttamente per l'ESA, e il suo primo progetto per l'Agenzia è stato proprio lo sviluppo del Mission Control System (MCS) per Rosetta. Dopo aver supportato i lanci di Mars Express, Rosetta e Venus Express come "Software Coordinator", dal 2009 Alessandro coordina un gruppo di managers/ingegneri, sperimentando varie tecniche di gestione del lavoro e cercando di rendere l'ambiente il più gradevole e produttivo possibile.