Struttura geologica del massiccio del Gran Sasso

Ogni montagna ha una propria storia geologica che ne caratterizza e sottolinea lÕindividualità, dalla genesi frutto di ciclopiche tensioni e summovimenti della crosta terrestre alle interazioni dinamiche con sistemi geologici più antichi che essa è venuta a modificare ed alle susseguenti azioni plastiche che ha dovuto subire nel corso dei millenni. Ed accanto alle sempre vive forze geologiche anche lÕinterazione con lÕatmosfera e la biosfera segna e modifica costantemente le montagne soprattutto per lÕazione delle acque che ne plasmano la struttura esterna e si insinuano, roccia nella roccia, al loro stesso interno.

Gli studi fatti sul Gran Sasso per lo scavo della galleria hanno permesso di ricostruire le tappe salienti della storia geologica del massiccio e la sua intima struttura. Il Gran Sasso è nato da sedimenti marini che dal Trias al Miocene hanno formato lÕantica piattaforma calcarea laziale-abruzzese costituita da una potente serie di dolomie e calcari dolomitici.

A questa si sono sovrapposte in seguito formazioni marnoso arenacee praticamente impermeabili.LÕintensa fase orogenetica che ha dato origine al corrugamento appenninico fra il Pliocene e lÕinizio del Quaternario ha determinato lÕattuale aspetto della catena: potenti spinte tettoniche compressive dirette tangenzialmente verso lÕAdriatico hanno provocato un generale sovrascorrimento di masse rocciose più rigide (dolomie e calcari) al di sopra di formazioni più plastiche (calcari e marne) che si insinuano profondamente allÕinterno del massiccio.

In seguito alle enormi tensioni sviluppate durante le fasi tettoniche più acute, si sono create varie faglie e brecce di frizione, soprattutto nelle formazioni più rigide, con la conseguente creazione allÕinterno del massiccio dolomitico di un grande bacino acquifero delimitato dalle formazioni marnose impermeabili. Per lo scavo del traforo è stato necessario drenare tali acque sotterranee, che producevano delle pressioni insostenibili e che ora sono sfruttate per usi civili.

Il laboratorio sotterraneo con le sue sale e gallerie si inserisce nelle principali strutture geologiche della montagna: partendo dalle formazioni calcaree attraversa la faglia di scorrimento e dopo aver superato la fascia di dolomie che hanno risentito della frizione del contatto, si attesta entro la formazione dolomitica compatta. Il laboratorio permette un accesso diretto degli scienziati alle fasi principali della vita geologica della montagna, estendendo così il suo campo di ricerca alla geologia ed alla sismologia.

"Radiografia"a raggi muonici della montagna ricostruita dall'osservazione dell'attenuazione del flusso dei muoni in MACRO. Le zone di minima attenuazione corrispondono alle valli, quelle di minimo flusso alle cime


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