L'elettrosincrotrone di Frascati
Nel 1953 l'INFN, da poco costituito, affrontò una prima grande impresa nazionale con la realizzazione di un elettrosincrotrone da 1000 MeV e la conseguente istituzione di un laboratorio nazionale per la fisica subnucleare, il nucleo degli attuali Laboratori Nazionali di Frascati. La direzione del programma venne affidata a Giorgo Salvini, allora giovanissimo.
Definito il progetto, la costruzione iniziò nel 1957 e due anni dopo lÕelettrosincrotrone entrò in funzione, fornendo agli sperimentatori fasci di fotoni con energie fra 400 e 1100 MeV, prodotti facendo collidere il suo intenso fascio di elettroni su un bersaglio interno alla ciambella a vuoto. La ricerca con lÕelettrosincrotrone produsse risultati fisici significativi nel campo dello studio delle risonanze pione-nucleone, dei processi di diffusione elettrone-protone, dei decadimenti del pione neutro e delle proprietà del mesone h, che fornirono un tassello importante verso una teoria per la classificazione delle particelle. Venne inoltre chiarito interamente il problema della produzione coerente di fotoni a seguito di rallentamento degli elettroni nella materia, e tale processo permise la realizzazione di un fascio di fotoni quasi monocromatico e polarizzato.
All'elettrosincrotrone si aprì una nuova tecnica di indagine sperimentale, destinata ad avere un'importanza sempre crescente in vari campi della ricerca e della tecnologia: la luce di sincrotrone, ovvero i fotoni prodotti dagli elettroni orbitanti nella macchina.
L'elettrosincrotrone costituì per i fisici sperimentali italiani anche unÕimportante scuola in preparazione dellÕattività ai nuovi grandi acceleratori che si stavano realizzando nel mondo. La realizzazione della macchina e la produzione di fasci speciali formò una scuola italiana di fisica degli acceleratori, che doveva aprire con AdA la nuova fondamentale era degli anelli di accumulazione.