Ricordo di Bruno Touschek

Vent'anni fa, il 25 maggio 1978, in seguito a un ultimo coma epatico, scompariva ad Innsbruck Bruno Touschek, fisico teorico nato a Vienna nel 1921, tornato a morire nel suo paese d'origine dopo un complesso e drammatico itinerario (*) personale e scientifico che, all'inizio degli anni 50, lo aveva fatto approdare all'Istituto di Fisica di Roma, dove rimase fino a poco piu' di un anno dalla morte. A Roma, Touschek influenzo' profondamente la fisica italiana, tramite gli scritti e gli studenti, ma soprattutto proponendo e progettando AdA, la prima macchina acceleratrice di materia e anti-materia. Si puo' datare da allora l'inizio di quella fisica delle alte energie basata sulla costruzione e lo sviluppo di macchine acceleratrici di particelle e antiparticelle, quali il LEP del CERN di Ginevra. Il grande anello ad elettroni e positroni dalla circonferenza di 27 Kilometri, che passando lungo l'aeroporto di Ginevra, attraverso il confine franco svizzero arriva fino a sotto il monte Jura, ha le sue origini in una macchina non piu' grande di un tavolo da biliardo, di due metri di diametro, costruita e fatta funzionare a Frascati nel 1961, negli allora Laboratori del CNEN, un anno dopo che Bruno Touschek in un seminario ne aveva suggerito il concetto e le grandi implicazioni per la ricerca delle particelle elementari. Questa piccola macchina fu appunto chiamata AdA, un acronimo che viene da Anello di Accumulazione, ma che ricorda anche il nome della zia materna di Bruno che viveva a Roma. Quando poco dopo si decise di costruire, sempre a Frascati e sempre con l' ispirazione e il supporto teorico di Bruno Touschek, una macchina dieci volte piu potente, fu naturale chiamarla ADONE. Bruno Touschek era un uomo fuori del comune. Dopo la laurea, entrata a far parte del gruppo teorico che Touschek stava formando a Frascati, scrissi con lui il mio primo lavoro di fisica, in cui, fra l'altro, rimane traccia del suo spiccato senso del divertimento, nell'aver dato il nome di "Bond Factor" (il fattore di Bond) ad un certo parametro che assumeva il valore 0.07. "Signorina" mi diceva, arrotondando le erre con il suo accento mitteleureopeo, " con questo lavoro, ci guadagnamo il nostro pane e burro " e le erre, arrotate, si scioglievano ancora di piu'. C'era in Touschek un grande piacere per la vita ed anche il desiderio di condividerlo con i giovani che lui stava formando. Allora Bruno Touschek ci appariva molto diverso dal giovane che, a Vienna, era stato espulso dal liceo nell'ultimo anno per motivi razziali (la madre di Touschek era ebrea) e che era riuscito a prendere la maturita' con un escamotage, presentandosi da privatista presso un altro liceo. Dopo la maturita' Touschek era andato a Roma, in vacanza, tornando poi a Vienna a iscriversi all'Universita' in Matematica e Fisica, che pero', dopo l'Anschluss e lo scoppio della guerra, era stato costretto a lasciare, nuovamente per ragioni razziali. Grazie a Sommerfeld, riusci' tuttavia a continuare gli studi ad Amburgo. Negli ultimi anni della guerra fu internato in campo di concentramento, ma si salvo', essendo stato creduto morto dopo essere stato ferito dalle SS. Finita la guerra, ando' a insegnare e lavorare a Glasgow; ma visitando spesso Roma, trovo' nell'Istituto di Fisica un ambiente cosi' congeniale che decise di rimanervi per sempre. Touschek aveva un grandissimo senso dell'umorismo, che si esprimeva in disegni, molti dei quali sono conservati all'Istituto di Fisica di Roma. Ma la sua creazione piu' grande e' a Frascati, ai Laboratori Nazionali dell'INFN dove il piccolo anello AdA e' conservato sotto una piramide di vetro in mezzo a un prato, non lontano dall'edificio del vecchio ADONE, dove da alcuni mesi stanno nuovamente circolando elettroni e positroni, scontrandosi e annichilendosi, in una nuova macchina, DAPHNE, che contribuira' allo studio di alcuni dei problemi di "inversione del tempo" cari a Bruno Touschek, e dove si continua la grande tradizione degli anelli di accumulazione. Se l'Italia fa parte del ristretto club di paesi a tecnologia avanzata che sono in grado di costruire macchine acceleratrici di particelle, un club assai piu' esclusivo del ben piu' noto club nucleare, e' a Touschek che va buona parte del merito.

G. Pancheri Frascati, 25 maggio 1988.

(*) Questo itinerario e' descritto estensivamente da Edoardo Amaldi nel lavoro "L'eredita' di Bruno Touschek", Quaderni del Giornale di Fisica, Vol.V, 1982, Ed. Compositori Bologna.