STAGES PER STUDENTI DI SCUOLA SECONDARIA
DI SECONDO GRADO
www.lnf.infn.it/edu/stagelnf/

STAGES INVERNALI 2010
1 febbraio - 19 maggio




  GRAZIANO VENANZONI  
INFN-LNF

 

D: Volevamo sapere qualcosa sulla sua vita, sulla sua carriera e cosa la ha portata a trovarsi all’INFN.

Sono Graziano Venanzoni, ho quarant’anni e sono ricercatore presso i Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN da circa 7 anni. Mi sono laureato a Pisa ed ho intrapreso un’attività scientifica piuttosto complicata. Ho preso varie borse di studio e assegni ricerca fino ad approdare ai concorsi nei Laboratori.

D: Su cosa sta lavorando attualmente e quali sono le sue ambizione e aspettative a riguardo?

Sto facendo la sperimentazione presso l’acceleratore Dafne. E’ una macchina ad un’energia abbastanza bassa. Nello specifico sto cercando di fare una misura di fisica sperimentale ad alta precisione. Si tratta di studiare la produzione di coppie di pioni da interazione di elettroni e anti-elettroni. È un processo abbastanza semplice, ma difficile da calcolare perché l'energia con cui avviene ciò è bassa e le teorie consolidate che abbiamo non sono applicabili ad essa.
L’interesse per questa misura consiste nel fatto che è collegata ad un’altra che viene fatta in America e che rappresenta il test di maggior precisione in assoluto del modello standard. Questo esperimento che viene fatto in America è ad altissima precisione e serve per misurare una caratteristica della particella elementare Muone; il cosiddetto fattore giro magnetico (fattore "g") che teoricamente dovrebbe essere uguale a 2. Quindi quanto meglio noi riusciamo a misurare queste coppie di pioni a Frascati tanto meglio riusciamo a ridurre l’errore del modello standard in relazione al fattore “g”.
Per quanto riguarda le aspettative, la mia filosofia di vita è che uno non può prevedere cose a lungo termine le cose sono sostanzialmente “randomiche” .

D: Qual è il ricordo più bello della sua vita da studente?

L’interesse per la fisica è nato da quando ero bambino. A scuola non studiavo in modo particolare, ma quando ci recavamo ai laboratori ero sempre tra i più bravi  a fare gli esperimenti. Sono stato influenzato in particolare da mio padre, mi faceva capire che per qualsiasi fenomeno c’è una sorgente razionale e non bisogna credere ai fenomeni paranormali. Quando ho letto il libro di Albert Einstein sulla relatività in quinto liceo ho finalmente deciso di intraprendere gli studi in fisica. All’università decisi di prendere fisica delle particelle elementari. Il ricordo più bello è quando uno si laurea perché rappresenta il coronamento del corso di studi.

D: Quali difficoltà ha dovuto affrontare nella sua carriera, cosa le ha dato la forza per proseguire e quale è stato l’episodio più significativo della sua carriera?

Io credo che la carriera da fisico sia molto entusiasmante, ma che abbia anche aspetti difficili. Una delle difficoltà è quella di conciliare la vita familiare con quella lavorativa anche perchè in Italia c’è molta competizione essendo i posti disponibili limitati. Io ho dovuto lavorare per due anni in Germania. Per quanto riguarda l’attività scientifica è molto entusiasmante, ma faticosa, in quanto sono più le delusioni scientifiche che non i momenti di entusiasmo.
Per quanto riguarda l’episodio più significativo nel campo sperimentale è quando si arriva alla pubblicazione di un articolo perché è il coronamento di una attività di studio. Un altro momento molto entusiasmante è stato quando l’esperimento KLOE ha cominciato a prendere dati, poiché ho partecipato alla sua costruzione. Mentre dal punto di vista personale è indubbiamente quando ho vinto il concorso.

D: Quale ritiene possa essere la prossima scoperta in fisica e come questa potrebbe contribuire a cambiare la vita sul nostro pianeta?

La scoperta che ci si aspetta è quella del LHC al CERN di Ginevra. Nel caso in cui non venisse scoperto il bosone di Higgs comunque ci sarà un risultato altrettanto importante per l’ampliamento della conoscenza. Anche l’universo ha ancora molti segreti da svelare, per esempio è auspicabile scoprire qualcosa sulla la materia oscura.La fisica fondamentale non ha ricadute istantanee sul quotidiano, tuttavia attraverso la ricerca otteniamo la conoscenza che può portare alla creazione di macchine e sistemi che oggi sono comunemente utilizzate, come ad esempio il web nato al CERN, e nel campo della medicina, la PET.
Il contributo che io cerco di dare a questa società è ampliare la conoscenza. Questo vuol dire formare le coscienze con un valore aggiunto, non fermandoci a cose semplici, come quelle trasmesseci dalla TV. Tutto ciò nobilita l’animo umano.

D: Quale ritiene sia stata la scoperta più importante in fisica e qual è il suo scienziato di riferimento?

Il mio scienziato di riferimento è Enrico Fermi, un po’ perché è italiano, ma soprattutto perché è l’ultimo esempio di fisico a ”tutto tondo” sia sperimentale che teorico. Ritengo invece che la scoperta più importante in fisica sia stata l’introduzione del metodo scientifico con Galileo Galilei. Ci sono stati anche molti altri risultati importanti, come per esempio la meccanica quantistica, anche se non credo sia la descrizione ultima della natura.

D: Cosa caratterizza l’ambiente di lavoro della ricerca e com’è strutturata una collaborazione scientifica?

L’ambiente scientifico è caratterizzato da una grande professionalità, entusiasmo, positività, tantissimo lavoro e anche molti insuccessi. Per questo motivo è importante non abbattersi alle prime difficoltà, quindi avere molto spirito di sacrificio. Nell’attività scientifica, inoltre, è molto importante la presenza del caso, come avvenimenti fortuiti.
La fisica in questo momento è diventata così complessa che è insolito il fatto che possano uscire risultati importanti da una sola persona, c’è bisogno di collaborazioni, in cui ognuno abbia un ruolo specifico. Le collaborazioni sono strutturate in maniera gerarchica.

D: Vista la crisi delle iscrizioni delle iscrizioni alle facoltà scientifiche, quali crede siano i motivi della distanza tra i giovani e gli studi scientifici e cosa il mondo della ricerca può fare per cambiare questa tendenza?

Sicuramente la ricerca deve portare la propria attività più vicino alla gente e purtroppo in Italia si parla troppo poco di ricerca e risultati scientifici, probabilmente perché non fanno audience.
Il motivo del calo delle iscrizioni è il fatto che c’è troppa distanza tra la laurea e il lavoro. Inoltre, a mio avviso, l’università non è organizzata in maniera soddisfacente, quindi il fatto che ci sia un calo di iscrizioni può essere considerato un bene, perché così l’università può rivedere, anche alla luce di maggiori fondi, la propria situazione.

D: Come definisce la figura dello scienziato e in che modo talento, intuizione e studio influiscono nella sua professione?

Lo scienziato lo definirei un cercatore d’oro. E’ necessaria molta dedizione, entusiasmo, capacità, ma anche sacrificio. Io credo che lo scienziato abbia un ruolo fondamentale nella società, quello di intellettuale. Quindi deve cercare di smuovere le coscienze.
Anche l’intuito ha un ruolo importante, talvolta scatta un meccanismo che ti permette di andare avanti, in modo inaspettato.

D: Quali sono i suoi interessi al di fuori del lavoro?

Ho molti interessi, quello principale è la musica, mi piace moltissimo, è un dono degli dei. Sono anche appassionato di sport e altre cose, anche se cerco di dedicare la maggior parte del mio tempo libero alla famiglia. Mi piace molto leggere, uno dei campi che sto esplorando è la filosofia della scienza, credo che permetta di comprendere le cose in modo più ampio. Come libri da suggerire ne consiglio uno che ho letto di recente “La passeggiata dell’ubriaco” di Leonard Mlodinow, che tratta del caso e della sua influenza nella vita È da tener presente che la vita dello scienziato non deve finire tra quattro mura.

D: In questo periodo di crisi economica come vede il futuro della ricerca e dell’impiego del nucleare per scopi energetici?

L’INFN ha passato un periodo difficile durante la crisi, ma una soluzione è investire  proprio nella ricerca, anche se non c’è un’immediata ricaduta. Se diventerete ministri pensate ad investire nella ricerca.
Riguardo al nucleare preferisco non dare un giudizio netto, non mi piace farlo su cose che non conosco in modo approfondito, tuttavia è da considerare che il nucleare ha un alto fattore di rischio, soprattutto in Italia. Io preferirei andare avanti con ricerca e sviluppo delle energie alternative.