STAGES PER STUDENTI DI SCUOLA SECONDARIA
DI SECONDO GRADO
www.lnf.infn.it/edu/stagelnf/

STAGES INVERNALI 2010
1 febbraio - 19 maggio




  ALESSANDRO SCORDO
ANTONIO ROMERO VIDAL
 

INFN-LNF

 
D: Ci piacerebbe avere una breve presentaizone di voi stessi.

A: Io mi chiamo Alessandro Scordo, mi sono laureato in fisica all’Università di Roma Sapienza. Avendo vinto una borsa di dottorato sono venuto a lavorare presso i LNF sull’esperimento SIDDHARTA. Attualmente sono all’ultimo anno di dottorato.

AR: Mi chiamo Antonio Romero Vidal, sono spagnolo di un paese vicino a Santiago di Compostela dove ho fatto l’università, laureandomi in fisica delle particelle. Ho finito il mio dottorato due anni fa e poi sono venuto ai LNF con una borsa di studio che si è conclusa qualche mese fa. Da poco sono stato assunto con un contratto di due anni.

D: Su cosa state lavorando attualmente e quali sono le vostre ambizioni o aspettative?

A: Per la mia tesi di dottorato mi sto occupando di fare l’analisi dati dell’esperimento SIDDHARTA conclusosi nel Novembre 2009. Inoltre stiamo lavorando al progetto di un esperimento che partirà tra qualche anno.

AR: Anch’io mi sto occupando dell’analisi dati di SIDDHARTA, e allo stesso tempo sto lavorando sia ad un esperimento chiamato DIRAC presso il CERN, sia all’esperimento KLOE nei LNF.

D: In che modo e per quale motivo è nato il vostro interesse per la fisica? Quali figure hanno influenzato questa scelta? Qual è il suo ricordo più bello della vostra vita da studente?

A: Il mio interesse è nato al liceo grazie all’insegnante di matematica e fisica. Infatti quello che avrei voluto fare inizialmente era proprio insegnare, poi all’università ho capito che l’aspetto della ricerca era per me molto più interessante. I ricordi più belli della mia vita da studente sono i giorni della laurea, quando ho vinto la borsa di dottorato e i periodi in cui riuscivo a dare gli esami difficili tutti insieme per potermi godere le vacanze.

AR: Ricordo che quando ero piccolo in Spagna alla TV trasmettevano dei cartoni con Newton ed altri scienziati. Credo sia stato quella la molla che mi ha spinto a studiare fisica. La cosa più bella della vita da studente è stata andare via di casa per andare a vivere con gli amici, e quindi non solo un singolo ricordo, ma tutto il periodo trascorso all’università.

D: Quali difficoltà avete dovuto affrontare nella vostra carriera? Cosa vi ha dato la forza di proseguire? Qual è stato l’episodio più significativo della vostra vita?

A: La maggior parte delle difficoltà le ho incontrate all’università, poichè rientravo nella riforma che prevedeva qualcosa come trentacinque esami in tre anni e se ci ripenso adesso non so come ho fatto a resistere! Terminare l’università è stata una soddisfazione immensa, la forza di andare avanti nei momenti duri te la da il fatto di sapere che farai quello che ti piace.  La prima cosa su cui devi riflettere quando scegli un lavoro, secondo me, è pensare che ti dovrai svegliare per buona parte della tua vita solo per quello, e io che sono un gran dormiglione ho bisogno di un buon motivo per alzarmi!

AR: Io, sinceramente, non ho mai avuto grandi difficoltà nello studio.

D: Quale ritenete possa essere la prossima scoperta in fisica e come questa potrebbe cambiare la vita sul nostro pianeta?

AR: Penso che le prossime importanti scoperte verranno dall’astrofisica, ma probabilmente non avranno una forte influenza sulla nostra vita quotidiana quanto più sul nostro modo di pensare e sulla nostra conoscenza.

A: Da quello che sento dai miei amici che hanno scelto il campo della biofisica mi sento di dire che potrebbero esserci importanti scoperte in campo medico, grazie agli studi sulle proteine che porteranno ad ampliare le conoscenze sul DNA.

D: Quale ritenete sia stata la scoperta più grande in fisica e qual è il vostro scienziato di riferimento?

A: Dal punto di vista puramente scientifico, credo che uno dei momenti più importanti per la fisica sia stato quando si è cominciato a capire il mondo microscopico della fisica quantistica. Riguardo all’influenza di una scoperta sulla vita dell’uomo credo che la più importante sia stata l’elettromagnetismo, che ha portato indubbiamente grandi vantaggi all’umanità.

Un fisico che mi ha colpito molto, con i suoi scritti e per il suo modo di relazionarsi alla scienza è Richard Feynman, un grande scienziato di meccanica quantistica durante gli anni della guerra.

AR: Uno scienziato che mi ha affascinato molto è Isaac Newton, probabilmente anche grazie ai cartoni che vedevo da bambino. Anche secondo me una delle scoperte più importanti è stata l’elettricità, che ha dato all’umanità l’opportunità di fare un grande passo in avanti.

D: Cosa caratterizza l’ambiente di lavoro della ricerca e come è strutturata una collaborazione scientifica?

A: Il nostro gruppo è caratterizzato da una grande presenza di giovani, possiamo dare realmente il nostro contributo a differenza dell’ambiente universitario e quando hai questi stimoli riesci a lavorare molto volentieri.

AR: Ciò che caratterizza l’ambiente di lavoro della ricerca scientifica è lo scambio continuo di informazioni e una totale collaborazione tra i vari membri dello staff.

D: Vista la crisi delle iscrizioni alle facoltà scientifiche, quali credete siano i motivi della distanza tra i giovani e gli studi scientifici e cosa il mondo della ricerca può fare per cambiare questa tendenza?

A: Credo che uno dei problemi sia il fatto che non esistano più programmi di divulgazione scientifica validi, come se non valesse la pena trasmettere cose troppo impegnative, quando invece sarebbe opportuno far capire ai giovani che la fisica può essere anche divertente e accessibile a tutti.

AR: Anch’io la penso come Alessandro, ed un altro problema credo sia il fatto che i giovani non vengono stimolati agli studi scientifici anche a causa di professori che non riescono a far capire quanto la scienza possa essere interessante.

D: Come definireste la figura dello scienziato e in che modo talento, intuizione e studio influiscono nella sua professione?

AR: Penso che si debba avere un po’ di talento, ma anche l’intuizione gioca un ruolo fondamentale in questa professione. Spesso, infatti, capita di pensare per settimane ad un lavoro e poi nel momento più inaspettato arriva l’intuizione giusta.

A: Si deve abbandonare la figura dello scienziato con il camice bianco, che lavora da solo  in laboratorio. Lo scienziato è una persona che si dedica molto al suo lavoro e che a volte ha l’intuizione giusta, ma è prima di tutto una persona normale, come tutte le altre.

D: Quali sono i vostri interessi al di fuori del lavoro?

A: Io sono scout, suono il pianoforte e mi piace molto fare sport.

AR: Io ho sempre fatto molte attività, sin da quando ero piccolo, ho giocato a pallavolo, fino a 21-22 anni, ho studiato musica e suono il trombone. Con un gruppo di miei amici suoniamo musica funk in giro per la Spagna, e devo dire che ci divertiamo molto!

D: In questo periodo di crisi economica come vedete il futuro della ricerca e cosa pensate sull’utilizzo del nucleare come risorsa energetica?

A: A livello di fondi direi che peggio di così non possiamo stare. Per quanto riguarda il nucleare non sono contrario, visto che è, indubbiamente, una grande fonte energetica. Il problema è convincere l’opinione pubblica ad affidare le centrali in mano a persone che hanno la serietà di portarle avanti nel giusto modo. Ovviamente le energie rinnovabili sono interessanti, ma non possono essere le uniche fonti di energia poichè non sarebbero sufficienti.

AR: Anch’io penso che il nucleare sia una fonte di energia enorme e con pochi rischi.