STAGES PER STUDENTI DI SCUOLA SECONDARIA
DI SECONDO GRADO
www.lnf.infn.it/edu/stagelnf/

STAGES INVERNALI 2010
1 febbraio - 19 maggio




  FRANK LINDE  
Nikhef Institute (Amsterdam), Olanda

 

D: La preghiamo di inviarci una sua breve presentazione includendo, se possibile, una foto.

Dopo la mia laurea nel 1983 all’Università di Utrecht, ho iniziato il dottorato di ricerca a Stanford (California). Ho lavorato per quattro anni e mi sono imbattuto in quattro grandi avvenimenti. In quel periodo ho fatto la mia più grande scoperta: la mia attuale moglie Mieke.
Dopo il mio dottorato, nel 1988, mi sono recato al CERN di Ginevra (Svizzera) per lavorare sull’esperimento L3 dell’acceleratore di particelle LEP. Quelli sono stati anni davvero produttivi: 10 studenti dottorandi, più di 200 pubblicazioni, e due meravigliosi bambini, Kim e Joroen. Nel 1993 ho ottenuto una cattedra all’Università di Amsterdam.
In questo periodo sono cambiato: da un timido studioso di scienze (con gli occhiali ma senz’acne) in uno scienziato impaziente, che lavora sodo e non sempre troppo diplomatico.
Tra il 1993 ed il 1995 sono gradualmente passato dall’analisi dati proveniente dal Lep allo sviluppo del rilevatore LHC, in particolare in vista del grandissimo esperimento ATLAS. Nel 2000 sono poi ritornato nei Paesi Bassi. Fino al 2004 sono stato direttore dei lavori della collaborazione olandese di ATLAS. Dal dicembre 2004 al dicembre 2009 ho portato avanti la mia prima carica di direttore del Nikhef ed ora sono alla mia seconda ed ultima carica.
Le mie ambizioni durante la prima carica erano quelle di allargare la ricerca del Nikhef alla fisica delle astro-particelle e di aumentare le attività estere e la collaborazione industriale. Tutto è andato abbastanza bene.
Al momento aspetto con ansia i risultati dell’esperimento LHC (e devo salvaguardare il budget del Nikhef).
Durante tutta la mia carriera mi è sempre piaciuto insegnare (sia a studenti del liceo che universitari) adoro tenere conferenze che siano rivolte ad un vasto pubblico.
Ho collaborato con artisti per alcuni film e opere teatrali.
Ho piacevoli ricordi delle “letture Illuminanti” nel museo di Scienze NEMO per i bambini dai 7 ai 12 anni.
Attualmente sono coinvolto in un’esibizione sui raggi cosmici (in particolare le grandi camere scintillanti) per il museo di scienze NEMO.
Nel tempo libero mi piace praticare windsurf, mountain bike e dedicarmi al kayak.
Vivere nei Paesi Bassi (per essere specifici nella cittadina di Almere, 3 metri sopra il livello del mare) fa si che mountain bike sia un nome non molto appropriato, sarebbe forse migliore quello di “fango-biking” .
In passato mi ero avvicinato allo snowboard ed al parapendio ma ho infine capito di essere troppo vecchio per questi sport oramai.
Inoltre mi piacciono molto i giochi da tavolo (la Città, Genius Blokus, Rumis, Catan, etc) .
Un fattore costante nella mia vita è sempre stato la mancanza di tempo sufficiente da dedicare a mia moglie ed ai miei figli. E temo che ciò continuerà ancora per un po’.

D: Su cosa sta lavorando attualmente e quali sono le sue ambizioni o aspettative?

Attualmente sono direttore del Nikhef (un istituto nazionale di ricerca delle particelle fisiche elementari situato nei Paesi Bassi). Questo vuol dire gestione e politica scientifica.
Di certo non è ciò che preferisco. Sono coinvolto part-time nell’esperimento ATLAS nel Large Hadron Collider (LHC) e sto mettendo su un piccolo gruppo di ricerca sulle interazioni della materia oscura nelle profondità del laboratorio del Gran Sasso (esperimento XENON).
Le mie ambizioni sono duplici:
1.Trovare finalmente il bosone di Higgs ritenuto responsabile della massa delle particelle elementari (esperimento ATLAS);
2. Risolvere la questione della Materia Oscura attraverso la creazione di particelle di materia oscura dalle collisioni in LHC tra protoni (esperimento ATLAS) e/o attraverso l’osservazione di fonti di neutrini ad alta energia che si crede si siano originate dall’annichilazione di particelle di materia oscura in oggetti di massa enorme come il sole o il centro della nostra galassia (futuro KM3NeT telescopio di neutrini nel fondo del Mar Mediterraneo).

D: In che modo e per quale motivo è nato il suo interesse per la fisica? Quali figure hanno influenzato questa scelta? Qual è il ricordo più bello della sua vita da studente?

Già da studente del liceo desideravo andare al CERN, a Ginevra. Per un breve periodo ho considerato la possibilità di studiare Teologia e letteratura olandese.
Alla fine, comunque, sono finito con lo studiare astronomia e matematica; sono così diventato un fisico sperimentale di particelle elementari.
Sono veramente felice del mio lavoro!
Temo sia stato il piacere di perdere tempo con composti chimici, biciclette e cose tecniche (come creare un telescopio con una base di vetro) ad indirizzarmi alla carriera scientifica.
L’astronomia  è stata il compromesso tra me e la mia vecchia amica “scuola superiore”. Credo anche che uno dei miei professori abbia giocato un ruolo importante in questa scelta.
Il fatto che chimica, matematica e fisica fossero un gioco da ragazzi per me negli ultimi anni di liceo, sicuramente ha contribuito.
I ricordi più belli della mia vita da studente sono i 14 mesi passati al CERN lavorando sodo ad un elegante esperimento.
Essere testimone del primo fascio di anti-protoni ed ascoltare una lettura privata sul “raffreddamento casuale” da parte del mio amico Dutchman e del futuro premio nobel
Simon Van Der Meer (insieme a Carlo Rubbia) sono certamente state esperienze uniche.
Lo stesso vale per la prima volta che ho risolto da solo lo spettro d’energia  dell’atomo di idrogeno (cosa che riesco ancora a fare) e il momento in cui ho capito la teoria dell’integrazione Lebeque (cosa che non sono più in grado di fare...).

D: Quali difficoltà ha dovuto affrontare nella sua carriera? Cosa le ha dato la forza di proseguire? Qual è stato l’episodio più significativo nella sua carriera?

Credo di non aver avuto alcuna difficoltà. Di solito è stato sempre un nuovo lavoro a trovare me prima che io incominciassi a cercarlo.
Credo di essere stato molto fortunato a trovarmi nel posto giusto al momento opportuno (in particolare al CERN quando è partito l’acceleratore LEP, il predecessore di LHC).
Non ho avuto alcun problema nel continuare.
Senza dubbio i primi giorni di raccolta dati al LEP sono stati l’evento più memorabile della mia carriera: districare le complessità della prima collisione elettrone-positrone ed estrarre realmente il numero delle famiglie delle particelle dal primo piccolo run del LEP.
Una volta di notte ho avuto una grande idea che potrebbe (Io ho pensato: dovrebbe) portare alla scoperta del bosone di Higgs. Nel mezzo della notte sono andato immediatamente verso il mio computer al CERN e freneticamente ho cominciato ad analizzare e codificare dati.
Pensavo di aver raggiunto l’apice – l’indicazione dell’esistenza di una particella o risonanza). Con rammarico si è scoperto essere solo un abbaglio.

D: Quale ritiene possa essere la prossima scoperta in fisica e come questa potrebbe contribuire a cambiare la vita sul nostro pianeta?

Primo: una scoperta in fisica non deve necessariamente avere effetti sulla nostra vita! Molte volte è come in arte, musica (o in verità anche come l’amore): questi possono creare momenti di grande piacere ma non cambiano le nostre vite come l’invenzione della radio, dalla televisione, telefoni cellulari, la rete mondiale, l’energia nucleare, il motore a vapore, il microscopio, GPS, la medicina nucleare, PET/CT/NMRI.
A proposito: tutte queste scoperte furono fatte da fisici o ebbero a che fare con la fisica.
Spesso, quindi, la scoperte in fisica hanno a che fare con la nostra vita. Per nominarne alcune che non hanno avuto particolari impatti sulla nostra vita e con cui neanche io ho a che fare: violazione CP, mescolamento di neutrini, correnti neutrali, sintesi nucleare del Big Bang, radiazione cosmica di fondo.
(Vi porgo le mie scuse se queste parole vi sembrino “akadabra”).
Per me comunque il prossimo passo avanti in fisica sarà la soluzione dei misteri della materia oscura e  dell’energia ad essa relativa.
Insieme essi compongono il 96% del nostro universo.
Dato che solo il 4% di esso è da noi oggi conosciuto, credo che il restante 96% dovrebbe, una volta scoperto, svelarci cose che in questo momento non riusciamo nemmeno ad immaginare. Rimanete sintonizzati!

D: Quale ritiene sia stata la scoperta più grande in fisica e qual è il suo scienziato di riferimento?

Il professor Tini Veltman, un fisico teorico delle particelle e premio Nobel. Ho seguito le sue lezioni come studente e ancora oggi continua a venire ogni settimana a colloquio a Nikhef. Un grande insegnante e un grande fisico che comprese che la fisica è una scienza sperimentale (nonostante il fatto che fosse un teorico).
La più grande scoperta in Fisica:
Difficile. Opto per la meccanica quantistica, vale a dire la comprensione che la fisica a scale più piccole si comporta in modo molto diverso dalla fisica quotidiana e dal senso comune.

D: Cosa caratterizza l’ambiente di lavoro della ricerca e come è strutturata una collaborazione scientifica?

Domanda complessa. Nel mio campo (fisica sperimentale delle particelle elementari=grandi collaborazioni internazionali), la parola chiave è collaborazione. Non è sempre facile, ma è l’unico modo per arrivare (letteralmente!) al cuore della questione. Un lato positivo è che si iniziano a conoscere molte nazionalità diverse. I miei amici sono sparsi per il mondo e la mia visione della nostra società non è di mentalità ristretta (credo).
Posto di lavoro:
Come molti ricercatori una buona parte del lavoro si svolge davanti a un computer codificando in C++, idea-code-run-check e mettendo a punto questo ciclo fino a scoprire un grande risultato. L'altra parte del lavoro si concentra sul rivelatore sviluppare-costruire-commissionare-calibrare. Anche ripetutamente. Mi piacciono entrambe le parti. Inoltre mi piace anche arrivare nel dettaglio a capire perché lo facciamo per esempio collegando l’esperimento alla teoria e viceversa. E tutto questo accade in un ambiente molto stimolante, con le menti più brillanti (io credo) del nostro mondo, e che è rinnovato permanentemente con i giovani, vale a dire la nuova generazione di master e dottorandi …cioè voi! Inoltre rimango anche aggiornato sulle ultime tendenze in fatto di musica e danza.
Organizzazione della collaborazione:
Troppe (inevitabili) riunioni. Riviews. Raccolta di fondi. Temo che questa sia la parte che mi piace di meno. Per evitare fraintendimenti: mi piace collaborare. Ciò che non mi piace sono gli aspetti organizzativi di una collaborazione.

D: Vista la crisi delle iscrizioni alle facoltà scientifiche, quali crede siano i motivi della distanza tra giovani e studi scientifici e cosa il mondo della ricerca può fare per cambiare questa tendenza?

Per essere onesti, le iscrizioni in facoltà scientifiche (e in Fisica) stanno aumentando nel mio Paese come in molti altri Paesi. Ciò che dobbiamo fare (e stiamo facendo) è presentare la scienza al grande pubblico. Così come ad alcune persone piace l’arte e la musica, ad altre piace ascoltare bei discorsi scientifici, che vanno dal Big Bang al Microcosmo (compresi i fantastici sviluppi in Biologia moderna).

D: Come definisce la figura dello scienziato e in che modo talento, intuizione e studio influiscono nella sua professione?

Definizione di scienziato:
Anzitutto uno scienziato è creativo e originale vale a dire un anti-conformista (oltre ad essere intelligente, ovviamente) non timoroso di evitare un percorso standard (si pensi ad Einstein).
Impatto di talento, intuizione e studio:
Temo che il talento sia una conditio sine qua non, vale a dire: se non hai talento per le scienze cerca un’altra missione nella tua vita (e ce ne sono molte). L’intuizione per me è come l’originalità e la creatività e credo che sia uno dei valori fondamentali per essere un buon scienziato. Si deve studiare. Che si studi in un ambiente organizzato come l’università o da soli è, in linea di massima, irrilevante. Temo però che, data l'enorme conoscenza accumulata dai nostri predecessori, sia meglio beneficiare dello studio in un'università nota con un curriculum ben ponderato. Dopo il Bachelor / Master si hanno ampie opportunità di seguire la propria strada come scienziati. Ma non bisogna provare a re-inventare la ruota un triliardo di volte, perché in questo modo non si va molto oltre la ruota stessa. Io voglio il bosone di Higgs, la materia oscura e l’energia oscura, per citarne solo alcuni.

D: Quali sono i suoi interessi al di fuori del lavoro?

Trascorro il mio tempo libero giocando con videogiochi (999 games, marca di giochi olandesi, ndr), leggendo, facendo windsurf, andando in mountain bike, e mantenendo in ordine la mia casa (e il mio giardino). E senza ombra di dubbio, la cosa che preferisco è stare con mia moglie, i miei due fantastici bambini e i miei amici.

D: In questo periodo di crisi economica, come vede il futuro della ricerca e cosa pensa dell’utilizzo del  nucleare per scopi energetici?

Crisi economica:
Qualsiasi buon governo riguardo il nostro futuro non dovrebbe risparmiare sulla ricerca, dal momento che la ricerca (scientifica) è davvero la sola cosa che mandi avanti la società. Inoltre è conveniente in vista del rapporto investimento-ritorno.
Risparmiare sulle spese militari, favorire l’inflazione, ridimensionare le comunità di avvocati, cioè coloro che non producono nulla e non fanno altro che parlare di cose inutili (soldi, parole), ridurre i costi della sanità (dare ai medici un normale salario e agli infermieri un salario migliore).
Energia nucleare:
Secondo me l’energia nucleare è probabilmente più pulita dei combustibili fossili, per quanto riguarda l’impatto sulla natura di entrambe (vale a dire l’inquinamento delle spiagge/acque e il cambiamento del clima dovuto all’uso dei combustibili fossili). Tuttavia, io non sono un vero e proprio fautore dell'energia nucleare (fissione o fusione che sia). Vedo una chiara soluzione a lungo termine per il problema globale dell’energia: montare pannelli/impianti solari nel Sahara e produrre molto idrogeno cioè convertirci in una società che “va a idrogeno”. Fare questo nel Sahara significa mantenere il flusso di denaro nei paesi arabi e invece di petrolio semplicemente inviare idrogeno liquido in giro per il mondo. Questa fonte (in sostanza la fusione nucleare…) durerà fin quando splenderà il sole: ancora 4.5 miliardi di anni. Se l’umanità durerà così a lungo, arriverà poi il momento di trovare un altro pianeta più ospitale su cui continuare a vivere.