STAGES PER STUDENTI DI SCUOLA SECONDARIA
DI SECONDO GRADO
www.lnf.infn.it/edu/stagelnf/

STAGES INVERNALI 2010
1 febbraio - 19 maggio




  DENIS DAUVERGNE  
CNRS Istituto di Fisica Nucleare di Lione, Francia

 

D: La preghiamo di inviarci una sua breve presentazione includendo, se possibile, una foto.

Rispetto alla foto sono un po' più vecchio e con i capelli grigi.

D: Su cosa sta lavorando attualmente e quali sono le sue ambizioni o aspettative?

Sto lavorando a due programmi: il primo, quello che richiede più tempo, consiste nello svillupare un sistema di immagini atti a monitorare la terapia del fascio di ioni: noi misuriamo i raggi gamma ottenuti dalla frammentazione nucleare durante il trattamento dei cancri per mezzo dei suddetti fasci. Questa è una ricerca ed un programma di sviluppo applicato alla scienza della salute.
Il secondo riguarda maggiormente la fisica fondamentale: noi otteniamo esperimenti “channeling” di particelle cariche in cristalli orientati. Gli atomi nei cristalli sono allineati lungo file e piani, e “lanciando” molto velocemente le particelle parallele a questo allineamento, influenza la loro traiettoria nel cristallo. Questo procedimento apre la strada a nuovi esperimenti come la funzione di eccitazione di coesione risonante dei  proiettili per mezzo del potenziale periodico degli atomi bersaglio.

D: In che modo e per quale motivo è nato il suo interesse per la fisica? Quali figure hanno influenzato questa scelta? Qual è il ricordo più bello della sua vita da studente?

Mi ha sempre interessato cercare di capire il mondo circostante.
La materia inanimata mi sembrava più facile da capire con semplici regole rispetto ai comportamenti umani o alla materia vivente.
A scuola ero molto più interessato dai matematici che dai fisici, ma ad un certo punto ho pensato che fosse meglio avere a che fare con le cose reali.
Certamente sono stato influenzato da insegnanti molto stimolanti.
Curiosamente, cercando di tirar fuori i ricordi migliori della mia vita da studente, non riesco a trovarne uno in particolare.
Questo probabilmente è dovuto alle pressioni che si hanno con gli esami, che impediscono a molti studenti di sentirsi pienamente entusiasti.
Comunque mi hanno molto stimolato vari corsi e molte letture durante tutto il mio percorso di studi.

D: Quali difficoltà ha dovuto affrontare nella sua carriera? Cosa le ha dato la forza di proseguire? Qual è stato l’episodio più significativo nella sua carriera?

L’aspetto più interessante del lavoro del ricercatore è anche quello più sconveniente: si è  liberi di fare la ricerca che si desidera, ma ad un certo punto, se non si sta lavorando al “giusto” soggetto, ci si trova di fronte ad alcuni  problemi.
Se si fa ricerca su un argomento che non è ben stabilito, con altri partecipanti, o senza la possibilità di trasferire la tecnologia, esponiamo noi stessi a delle critiche da parte di coloro che non comprendono l’interesse del nostro lavoro. In un periodo della mia carriera  ho sofferto per questa ragione. Adesso sto provando ad avere allo stesso tempo attività ben sostenute (quella utile per la terapia del cancro) ed altre parallelamente, nelle quali ho personalmente maggiori soddisfazioni dal punto di vista scientifico.

D: Quale ritiene possa essere la prossima scoperta in fisica e come questa potrebbe contribuire a cambiare la vita sul nostro pianeta?

Sono abbastanza modesto per non essere un profeta riguardo questo. Ma immagino che se qualcuno scoprisse di cosa è fatto il 95% della materia sconosciuta dell'universo, sarebbe fantastico!
Probabilmente ciò non cambierebbe così tanto le nostre vite. Comunque avere una migliore conoscenza di ogni cosa può soltanto renderci persone migliori. Questo non è vero soltanto per la fisica, ma per tutte le scienze, come per la letteratura.

D: Quale ritiene sia stata la scoperta più grande in fisica e qual è il suo scienziato di riferimento?

Penso che tutte le persone  che, ad un certo punto, cambiano il comune modo umano di  pensare possono essere considerati degli scienziati di riferimento. Questo è vero per Galilei, Einstein, Newton ed altri.

D: Cosa caratterizza l’ambiente di lavoro della ricerca e come è strutturata una collaborazione scientifica?

Bene, il mio ufficio è molto in disordine, ma  ciò che ne viene fuori deve essere molto ben organizzato! In altre parole, non ci importa molto delle nostre condizioni materiali, ma siamo davvero molto attenti nell'eseguire rigorosamente il lavoro scientifico.
Sto lavorando sulla fisica sperimentale, con gli acceleratori di particelle (principalmente fuori del mio laboratorio), all'interno di collaborazioni relativamente piccole (meno di 20 persone). Siamo una squadra davvero collaborativa, dove ciascuno è abile in determinati settori (computeristica, elettronica...) per completare le carenze degli altri. Discutiamo molto, e credo che questo sia il modo migliore di far progredire le idee. La collaborazione con i gruppi esterni dipende dal tipo d’esperimento. Generalmente lavoriamo con gruppi che sono complementari al nostro in termini d’abilità. Questo sempre sulla base di fiducia reciproca.
Le relazioni tra collaboratori sono spesso la chiave del successo.

D: Vista la crisi delle iscrizioni alle facoltà scientifiche, quali crede siano i motivi della distanza tra giovani e studi scientifici e cosa il mondo della ricerca può fare per cambiare questa tendenza?

La scienza è come la musica, o anche come uno sport ad alto livello, tu hai bisogno di allenarti molto per essere in forma. Per questo noi abbiamo bisogno di volontari che vogliano veramente fare sforzi con i loro muscoli (sport) e con i loro cervelli (scienza). Ovviamente noi abbiamo bisogno d’essere interessanti perciò mostriamo l’aspetto più bello della scienza.
Secondo me il problema vero riguarda della società: lo sforzo intellettuale e il modo scientifico di pensare non sono incoraggiati.
Non ci si aspetta che una persona affronti i problemi, tutte le risposte sono date dai soldi, TV, consumismo.
Si dovrebbe prima educare i cittadini ad analizzare e criticare il loro mondo. La scienza è parte di esso.
Se tutti noi considerassimo l’intelletto più importante dei soldi, non avremmo problemi ad attirare giovani scienziati.

D: Come definisce la figura dello scienziato e in che modo talento, intuizione e studio influiscono nella sua professione?

Uno scienziato deve essere uno studente molto preparato e con buoni voti agli esami.
Ma questo, certo, non è abbastanza.
Innanzitutto, deve essere curioso riguardo ogni cosa.
Secondo, deve essere creativo, come un artista: c'è poco bisogno di ripetere ciò che prima è stato fatto da altri. Uno scienziato si preoccupa sempre  dell'originalità del suo lavoro, in vista di quello che hanno già fatto altri.
La maggior parte della scienza è fatta non dalla singola persona, ma dalle collaborazioni.
Quindi una qualità richiesta è l'abilità di saper lavorare e comunicare con i collaboratori.

D: Quali sono i suoi interessi al di fuori del lavoro?

Io sono come molte altre persone.  Mi piace leggere libri, praticare sport, (tennis o jogging), trascorrere del tempo con mia moglie ed i bambini. Inoltre guardo la TV, vado al cinema e a teatro. Niente d’eccezionale.

D: In questo periodo di crisi economica, come vede il futuro della ricerca e cosa pensa dell’utilizzo del  nucleare per scopi energetici?

So dell'evoluzione della ricerca in Francia, ma ho paura che in Italia non sia molto diverso.
I Governi cercano di premere gli scienziati affinché facciano ricerca industriale - con applicazioni a breve termine - piuttosto che ricerca fondamentale.
Certamente questo aiuta l'industria, e le persone sentono che gli scienziati sono persone utili perché inventano computer più veloci, hard-disk con maggiori capacità e macchine più sicure.
Ma entrambe, ricerca fondamentale e ricerca applicata, sono necessarie.
Le invenzioni a lungo termine sarebbero senza speranza con una visione così poco lungimirante.
Come per il nucleare, che probabilmente è una delle risorse energetiche più promettenti a lungo termine. Se il controllo è rigoroso, è di conseguenza anche sicuro, e le riserve di nuovi combustibili (non solo l'isotopo 235 di uranio, ma per esempio l'uranio 238 o il Torio) sono abbastanza ricche per procurare energia per molti anni, secondo lo sviluppo dei paesi emergenti. Ma allo stesso tempo vanno sviluppate piccole unità di produzione d’energia alternativa come risorse complementari, ad esempio l'energia solare, l'energia eolica, etc.