STAGES PER STUDENTI DI SCUOLA SECONDARIA
DI SECONDO GRADO
www.lnf.infn.it/edu/stagelnf/

STAGES INVERNALI 2010
1 febbraio - 19 maggio




  ANTONELLA ANTONELLI  
INFN-LNF

 

D: Volevamo sapere qualcosa sulla sua vita, sulla sua carriera e cosa l’ha portata a trovarsi all’INFN.

Ho deciso di iscrivermi a Fisica durante l’ultimo anno di liceo scientifico.
La mia carriera universitaria è stata dura: fisica è una facoltà che non ammette errori. Nel momento in cui dovevo scrivere la tesi ho deciso di venire ai LNF, dove ho incontrato una persona molto cara che mi ha seguito durante tutto il periodo, il dottor  Rinaldo Baldini Ferroli.
Dopo la laurea, nel 1984, in Italia non c’era molta possibilità di lavoro, quindi sono andata al CERN di Ginevra per due anni, dove ho trovato un buon gruppo di lavoro in un ambiente internazionale. È stata una decisione difficile, però ancora oggi sono soddisfatta.
Vinto il concorso all’INFN sono poi tornata a Frascati e nel 1993 ho vinto un posto da primo ricercatore.

D: Su cosa sta lavorando attualmente?

Al momento con gli altri ricercatori dei LNF abbiamo deciso di intraprendere l’esperimento NA62, appena approvato dal CERN. Si tratta di una ricerca medio-piccola, cosa inusuale in un periodo in cui si preferiscono grandi esperimenti.
Studiamo un particolare canale di decadimento K carico, con una probabilità di verificarsi molto bassa. Speriamo di comprendere la natura della nuova fisica. Le particelle possono essere identificate se prodotte, come avviene a LHC, o se rintracciate nei canali di decadimento rari, andando a vedere i loro effetti, cosa che si fa  anche al CERN.

D: Qual è il ricordo più bello della sua vita da studente?

Uno degli eventi più belli è stato quando ho preso trenta e lode all’esame di particelle. Il professore era molto esigente.

D: Quali difficoltà ha dovuto affrontare nella sua carriera, cosa le ha dato la forza per proseguire e quale è stato l’episodio più significativo?

Mi reputo abbastanza fortunata, rispetto alla situazione critica della ricerca. Non ho avuto grandi difficoltà, solo piccoli problemi di squadra di tanto in tanto.
Le soddisfazioni sono legate alla riuscita di ciò che costruiamo, soprattutto quando vi sono riconoscimenti  dalla comunità scientifica.

D: Quale ritiene possa essere la prossima scoperta in fisica e come potrebbe questa contribuire a cambiare la vita sul nostro pianeta?

Spero sia quella riguardo LHC, poiché sono stati investiti grandi capitali in termini umani ed economici. Tuttavia bisogna comprendere che nella ricerca di base non ci sono risvolti immediati. Infatti l’applicazione diretta è una fase successiva alla scoperta e può avvenire anche in settori diversi: ritengo che non esista la ricerca applicata, almeno in questo campo.

D: Quale ritiene sia stata la scoperta più grande in fisica e qual è il suo scienziato di riferimento?

Io sono affascinata dalla relatività, ha comportato un’innovazione profonda nel modo di pensare; quindi il mio scienziato di riferimento è Einstein.

D: Cosa caratterizza l’ambiente di lavoro della ricerca e cosa caratterizza una collaborazione scientifica?

L’ambiente di lavoro della ricerca deve essere caratterizzato dalla presenza di persone motivate e curiose, anche se non esiste una vera e propria organizzazione ottimale.
Il momento del meeting, la discussione, è molto importante per arrivare ad una decisione, anche se alla fine sono solo alcune persone a giungere ad una conclusione vera e propria. C’è anche la parte burocratica con la firma di atti formali riguardo ai finanziamenti economici da parte dei diversi enti o governi. E’ molto importante avere delle persone guida, autorevoli e non autoritarie e momenti di discussione paritaria.

D: Vista la crisi delle iscrizioni alle facoltà scientifiche, quali crede siano i motivi della distanza tra giovani e studi scientifici e cosa il mondo della ricerca può fare per cambiare questa tendenza?

La crisi soprattutto in Italia dipende da un difficile sbocco professionale. Ai LNF ad esempio abbiamo precari di 40 anni. La ricerca riguardo a questo problema sta cercando di aprire le porte del proprio mondo, con iniziative come questa degli Stages ad esempio. Si sta cercando di sensibilizzare vari ambienti per ottenere supporti finanziari.
Per esempio all’estero il professore che guida l’esperimento ha sia i fondi che la possibilità di assumere dei neo-laureati, mentre qui questo non avviene.

D: Come definisce la figura dello scienziato e in che modo talento, intuizione e studio influiscono nella propria professione?

Lo scienziato deve essere una persona curiosa, ma anche il talento ha una parte importante perché potresti essere curioso, ma non saperti rispondere.

D: Quali sono i suoi interessi al di fuori del lavoro?

Nella prima fase della mia vita erano ben pochi. Lavoravo molto trascorrendo gran parte della giornata ai Laboratori, quindi non frequentavo cinema, teatro… Poi ho capito che non può girare tutto attorno al lavoro ed ho cercato stimoli diversi. Ho iniziato a cantare in un coro, vado più frequentemente al cinema, leggo, per un periodo ho anche dipinto, vado in palestra per fare pilates.

D: In questo momento di crisi economica come vede il futuro della ricerca e come vede l’uso del nucleare per scopi energetici?

Il futuro della ricerca in Italia, indipendentemente dalla crisi economica, è difficile sia a livello pubblico che privato. Noi investiamo circa il cinque per mille nella ricerca, mentre in altri paesi europei è più del doppio. Dobbiamo cercare un modo per affrontare questi problemi, perchè non possiamo fermare la ricerca o rischiare di perdere un’intera generazione per il problema del precariato. Potrebbe essere difficile recuperare una generazione allontanata dal mondo della scienza. Questo è l’errore più grave, dovuto ad anni di blocco delle assunzioni in Italia che causa l’esodo dei nostri ricercatori all’estero.
Riguardo al nucleare credo che oggi sia piuttosto obsoleto, forse abbiamo sbagliato a non introdurlo in passato e a non studiare bene il problema. Basta pensare che neanche la Francia, da cui importiamo energia nucleare, investe in questo campo. Credo sia importante impegnarsi sul fronte delle energie alternative.