STAGES PER STUDENTI DI SCUOLA SECONDARIA
DI SECONDO GRADO
www.lnf.infn.it/edu/stagelnf/

STAGES INVERNALI 2009
2 febbraio - 20 maggio


 
STEPHEN ADLER

Stephen Adler è un fisico teorico. Lavora presso l'Institute for Advanced Study (USA) e si occupa della materia oscura.


Questa è l'intervista a Stephen Adler, il quale tramite e-mail ci ha parlato di sè e del suo lavoro.

Qui mi riferisco a qualcosa che ho scritto per l’ICTP per il loro volume “cento motivi per per essere uno scienziato”. Se ricercate con google questo titolo, dovrebbe comparire una versione stampabile  pdf come prima scelta, dove potrete trovare un breve saggio sul motivi del mio interesse per la scienza e sulla fase iniziale della mia carriera. C’è anche una mia fotografia del 1995.

D: Come e perchè ha deciso di studiare fisica e qual è il ricordo più bello della sua vita da studente?

Quando ero uno studente del secondo anno ad Harward, seguii il corso di E. M. Purcell sull’elettricità ed il magnetismo, e mi offrii volontario per  aiutare Purcell in alcuni nuovi esperimenti che stava progettando. Quello a cui presi parte era sulla levitazione magnetica: si supponeva che l’elettromagneteavrebbe fatto  levitare una pallina di ferro, mentre una fotocellula manteneva il ferro sospeso. Non funzionò, e quando misurammo il voltaggio attraverso la bobina del magnete mi resi conto che aveva un grande componente resistivo, che compresi essere effetto della corrente parassita nel centro non laminato del magnete. Feci persino un calcolo della resistenza indotta risultante dalle correnti parassite e queste concordarono con le mie misurazioni. Il risultato  fu un cambiamento di fase che rovinò il circuito di feedback. Quando raccontai tutto a Purcell, mi gettò una lunga, penetrante occhiata che non dimenticherò mai. Fu la prima volta che sentii che potevo dare un serio contributo come scienziato.

D: Quali difficoltà ha dovuto affrontare nella sua carriera e qual è stato l’episodio più entusiasmante?

Non posso dire di aver affrontato grandi difficoltà se non un problema familiare. Infatti mio padre aveva perso il lavoro di insegnante durante la caccia alle streghe dell’ era McCarthy.
Comunque, egli iniziò presto una carriera di successo come scrittore di libri di scienze e di matematica per bambini e adulti.
Dopo il mio primo o secondo anno di college non avevo bisogno di nessun aiuto scolastico. La mia famiglia mi ha sempre molto supportato e ho ricevuto buoni consigli da molte persone lungo il mio cammino, sia per i miei interessi nell'elettronica alle superiori, sia nello studio della fisica più tardi. Sono anche stato influenzato da compagni di studio che ho incontrato ad Harvard – l’ interazione con loro ha portato ad ampliare i miei orizzonti su come avrei potuto completare i miei studi futuri.
Il periodo più eccitante nella mia carriera è stato certamente quando ho lavorato sull’algebra attuale e sulle anomalie. Ciò è descritto più o meno in dettaglio nei saggi che ho scritto per il mio libro “Adventures in Theoretical Physics”.

D: Su cosa sta lavorando attualmente?


Al momento sto lavorando sulla possibilità che la materia oscura possa essere connessa alla Terra e agli altri pianeti e possa giocare un ruolo nelle cosiddette “Anomalie FlyBy”.

D: Quale crede possa essere la prossima scoperta in fisica?

Penso che la prossima grande scoperta in fisica possa essere il rilevamento o non del bosone di Higgs e analogamente per la supersimmetria a bassa energia. Forse anche un rilevamento della materia oscura e la determinazione delle sue proprietà.

D: Quale ritiene sia stata la scoperta più grande in fisica e qual è il suo scienziato preferito?


Penso che la scoperta dell’ elettrone sia certamente una delle più significative. In termini di fisica delle particelle, penso che Murray Gell-Mann e Chen Ning Yang abbiano dato il più grande contributo alla sua espansione.

D: Quanto è importante la collaborazione nella ricerca scientifica anche tra nazioni diverse?

Penso che il futuro della fisica delle particelle, a causa degli alti costi, dipenderà crucialmente dalla collaborazione internazionale. Sto sperimentando che Internet ha reso possibile collaborazioni a grande distanza che sarebbero state irrealizzabili prima. Ho scritto saggi negli anni passati che erano collaborazioni interamente attraverso e-mail con persone che non avevo incontrato (o avevo incontrato brevemente a conferenze o scuole estive molti anni fa).

D: Come si definisce uno scienziato e in che modo talento, intuizione e studio influiscono nella sua professione?


La scienza lavora all’interno di un contesto definito da osservazioni empiriche. Non è un sistema di credenze come le religioni – la scienza è una procedura per stabilire correlazioni (le nostre teorie) tra attuali misurazioni.
Penso che il successo nella scienza dipenda da una combinazione di talento, intuizione, studio e attenzione al dettaglio e fortuna. Aiuta avere una mente preparata, ma è anche importante essere al posto giusto nel momento giusto.

D: Quali sono i suoi hobbies e passioni e quale libro ci consiglia di leggere?

Suono il pianoforte e mi piacciono gli sport di equilibrio – pattinaggio sul ghiaccio (danza sul ghiaccio e pattinaggio di figura) e sciare. Per restare in forma, pratico anche nuoto (ho smesso di correre a causa dell’ artrite), faccio regolarmente sollevamento pesi con frequenza settimanale e faccio esercizi di equilibrio quasi ogni giorno.
Ho appena finito di leggere un affascinante libro sulla storia delle scalate dell’Himalaya di Isserman e Weaver intitolato “Fallen Giants” – Yale University Press. Ho letto molto sui tentativi di scalare l’Everest quando ero alle scuole elementari e questo libro me lo ha riportato alla memoria. Comunque sono un escursionista, non uno scalatore!
Mi piace leggere biografie di scienziati, la storia della tecnologia e di meno i romanzi.

D: Come vede il futuro della ricerca in questo periodo di crisi economica mondiale?

La crisi passerà in un paio di anni. Penso che la ricerca continuerà ad essere dotata di fondi ma ci saranno certamente accese competizioni per le risorse. Il futuro della fisica delle alte energie sarà in larga parte determinato da ciò che sarà scoperto (o non scoperto) a LHC, ma questa è soltanto una delle aree di ricerca fra tante.