Classi incontrate durante l’anno scolastico 2002-2003:
Gli “incontri” sono formati dalla visita di un ricercatore direttamente
in classe e,
qualche giorno dopo, dalla visita delle classi ai Laboratori.
L’incontro con queste 13 classi, ciascuna con le proprie peculiarita`
legate
all’eta` dei ragazzi e alla “qualita` scientifica” degli insegnanti,
ha fornito utili elementi per definire il “progetto Quasar”.
I risultati e le idee di questa prima esperienza, schematicamente, sono:
Visita nelle classi: sembra essere molto importante
per le classi di scuola elementare,
mentre sembra “non valere la fatica” per le classi di scuola media
(classi III),
molto piu` attratte dal “vedere di persona” che non “dall’intervista
con uno scienziato”.
Presentazione ai Labs: raccogliendo commenti e suggerimenti -anche involontari-
di bambini/ragazzi e insegnanti, sono state messe a punto quattro presentazioni
per l’introduzione alla visita e alle attivita` dei Laboratori. Le presentazioni
seguono
piu` o meno tutte lo stesso “filo logico”, ma sono differenziate
dalla difficolta`
dei concetti introdotti e dal tipo di esempi e immagini usate; i livelli di
difficolta’
sono stati pensati per visitatori di IV elementare, V elementare, I media e
II-III media,
ma si puo` usare una o l’altra a seconda del grado di preparazione delle
classi
e/o delle richieste degli insegnanti. Le presentazioni sono disponibili in rete,
presso il sito http://www.lnf.infn.it/edu/quasar/.
Filmati: durante la visita delle classi elementari
e’ stato proiettato con successo il film
“Potenze di 10” (FermiLab); esso, pur essendo breve (9 minuti) e
datato nelle immagini e nella grafica,
si e’ rivelato molto utile per dare ai bambini l’idea di “quanto
spazio c’e’ per fare ricerca”,
insieme all’introduzione del concetto –spesso assente- di “dimensioni
e ordini di grandezza”;
per le classi in visita che non hanno ancora studiato “l’elevazione
dei numeri a potenza”,
e’ stata preparata una trasparenza che introduca tale concetto in modo
da rendere il film
accessibile a tutti.
Disegni e testi prodotti dai bambini: il materiale
raccolto dai bambini
–in particolare dalle quinte elementari- e’ consistito prevalentemente
di disegni fatti prima o dopo la visita ai Laboratori.
L’analisi degli elaborati ha avuto due aspetti importanti: definire il
livello di comprensione
avuto dai ragazzi sia durante l’incontro in classe che durante la visita
ai Labs,
e tentare di descrivere il “quadro di riferimento scientifico” dei
bambini e ragazzi di oggi.
Entrambi gli aspetti si sono rivelati utili nella preparazione delle presentazioni.
Una selzione dei disegni e’ disponibile in rete, sempre presso il sito
di Quasar.
Incontro con le insegnanti (prima e dopo le visite):
e’ stato un altro degli elementi cardine
nella messa a punto del progetto, e ha permesso di indivduare alcuni insegnanti
(di scuola elementare) che potrebbero essere coinvolti nel “progetto Quasar”
in maniera duratura sia per consulenza per cio` che concerne gli aspetti didattici,
sia per progetti piu` specifici a medio e lungo termine nelle singole scuole
di appartenenza.
Ricercatori disponibili: nel corso dell’anno
sono stati coinvolti alcuni ricercatori e borsisti dei Laboratori
che in un modo o nell’altro avevano manifestato interesse e una qualche
disponibilita` di tempo verso l’idea di
“divulgazione scientifica per i piccoli”. Cio` ha portato alla costituzione
di un gruppo di lavoro, composto da:
Gabriele Benedetti, Paola Gianotti, Fabio Happacher, Maurizio Incurvati,
Mariapaola Lombardo, Fabrizio Murtas, Catalina Petrascu, Ugo Rotundo,
Barbara Sciascia e Carlo Vicario.
Questa prima fase di sperimentazione ha permesso di cominciare a conoscere
le esigenze
della scuola elementare e media nel campo della “divulgazione scientifica”,
e di inquadrare
alcuni aspetti di carattere generale che tale “divulgazione” puo`
avere ai LNF.
I bambini sono piu` interessati alle grandi domande (come e’ nato l’Universo?)
e ai confini della conoscenza
dell’uomo (i quark, l’antimateria), che non alla “fisica di
tutti i giorni” (perche’ la bicicletta “sta su”?). Sono
piu`
curiosi dei loro “colleghi liceali”, e sono piu` pronti ad accettare
le spiegazioni e le analogie usate per introdurre
concetti lontani dal loro vissuto.
Tendono a fare confusione tra fisica e altre scienze, e pongono domande le
piu` disparate,
dalla clonazione alla vita su Marte, dal funzionamento dei polmoni ai danni
da radiazioni nucleari;
dimostrano comunque un interesse altissimo verso qualsiasi argomento scientifico
venga loro spiegato.
Per cio` che concerne l’eta` dei “partecipanti”, ci sembra
di poter dire che le III elementari
sono troppo “immature” per usufruire al meglio della iniziativa,
non tanto per la minor
conoscenza scientifica rispetto ai bambini di V, ma per il minor “bagaglio
culturale” cui attingere nel tentativo
di introdurre i concetti della fisica moderna. La fascia di classi coinvolte
potrebbe dunque
essere V elementare (probabilmente la piu` ricettiva) – III media, lasciando
il giudizio aperto
sulle IV elementari ancora da “sperimentare”
Sia gli insegnanti che soprattutto i bambini, hanno manifestato il desiderio
di poter “sperimentare direttamente”;
un bambino ha scritto che avrebbe voluto “far funzionare almeno uno di
quei macchinari che ho visto”.
Questo conferma la bonta` dell’idea di attrezzare in un prossimo futuro,
un “laboratorio-museo”
a disposizione dei piccoli visitatori. Questo laboratorio potrebbe racchiudere
due aspetti diversi;
uno “alla Microcosmo” del CERN, per aiutare i ragazzi nella comprensione
della fisica propria dell’INFN,
e l’altro di “scienza fatta con materiale povero”, per avvicinarli
ai concetti piu` generali
della ricerca e del metodo scientifico.
L’idea -in attesa del “laboratorio-museo” presso i Laboratori-
e’ di proporre,
nella visita nelle classi elementari, uno o piu` semplici “esperimenti”
, o meglio
“provocazioni scientifiche” poste con l’aiuto di qualche oggetto
(palline, acqua, scatole,...),
per introdurre l’atteggiamento proprio di chi fa ricerca: chiedersi “perche`?”
e tentare
di dare una risposta. Potrebbe essere il momento per guidare i ragazzi a scoprire
il metodo scientifico,
fornendo all’insegnante materiale appropriato, in modo da potere approfondire
l’argomento
in classe prima della visita.
In conclusione, la formula “visita in classe + visita ai Laboratori”
ci sembra avere molto successo,
e implica un impegno di tempo e lavoro limitato per i ricercatori coinvolti.
Saremo in ogni caso
costretti a decidere di anno in anno il numero di classi coinvolte nel progetto
in base alla effettiva
disponibilita’ di tempo dei ricercatori. L’altro progetto che potrebbe
essere avviato in breve tempo e’
l’allargamento del gruppo di lavoro ad alcuni insegnanti disponibili,
sia per curare meglio
gli aspetti didattici del progetto, sia per studiare la possibilita` di un incontro
a cadenza
annuale sulla falsariga degli “Incontri di Fisica” ma rivolto agli
insegnanti della scuola dell’obbligo.